Ogni volta che vado ad un mercatino delle pulci torno a casa con almeno una mezza dozzina di libri. Spesso mi chiedo se avrò abbastanza tempo in questa vita per poter riuscire a leggerli tutti. Ma non importa. L’uomo nasce cacciatore ed io ho sublimato quest’istinto nella caccia al titolo.
In questi giorni al volante mi sono passati accanto tanti, tantissimi paesi e tantissime città più o meno grandi; talmente tante che non le riuscirei a visitare nemmeno se dopo questa vita ne avessi a disposizione un’altra (..).
È frutto del caso quindi (o del destino?) se fin’ora ho visitato proprio quelle e non altre, e mi riferisco per esempio a Blanes, Carlet, Vélez Rubio, La Font de la Figuera (per favore non sprechiamo ironie..), Fuensanta e poche altre. Ho preferito addentrarmi in quelle piccole località piuttosto anonime con la presunzione di poter cogliere l’essenza della vita che si manifesta tra i loro muri, scevri come sono dell’impronta turistica che subiscono (loro malgrado o meno) le grandi città. Normalmente poi raggiungevo la mia destinazione giornaliera verso le otto di sera.
In tutto l’arco della giornata il momento che preferisco è quell’ora tra le cinque e le sei del pomeriggio, quando il sole va giù e lentamente i contorni sono più difficili da definire. È allora che l’abitacolo della Panda lentamente diventa più tiepido dell’aria che sto fendendo col parabrezza e la sensazione che ne scaturisce è di totale protezione; è facile a quel punto immaginare che il mondo intero stia girando un po’ più lentamente. Il tutto assume ritmi più umani, mi dimentico che nel mondo esistano ancora l’invidia e la cattiveria ed il pensiero vola lontano, oltre i Pirenei, ai visi di tutte le persone che sono rimaste a casa, soprattutto a quei meravigliosi occhi italiani che mi stanno aspettando a casa da lunedì pomeriggio, cioè dal momento in cui la Panda ha svoltato e dalla via di casa non era più visibile.
Lasciando Blanes, giovedì pomeriggio, ho avuto la sensazione di avere di fronte a me così tanti chilometri da percorrere e così poco tempo a disposizione (considerando il mio rientro alla base per Natale..) da non riuscire a concludere il mio giro come previsto, ma poi questa leggera apprensione mi ha abbandonato e fin’ora non si è più riseduta al mio fianco sul sedile del passeggero.
Ad oggi, in sei tappe, ho percorso poco meno di 2500 chilometri. La Panda si sta rivelando una compagna di viaggio assolutamente affidabile ed è proprio lei che strappa sorrisi d’ammirazione dalle auto che ci sorpassano. L’autoradio poi, conoscendomi da anni, sa perfettamente quando ho voglia di musica e quando invece è meglio che taccia, lasciandomi assorto nel rumore dei miei pensieri o nel brusio del motore..
Questa sera sono arrivato a Faro, in Portogallo! Lo considero un grande traguardo; non sono nemmeno a metà del viaggio, ma era importante arrivare fin qui senza intoppi.
Da domani i ritmi si abbasseranno. Mi concederò addirittura due notti consecutive prima a Lisbona e poi a Porto cercando se possibile di assaporare ancora di più ogni istante di questa indimenticabile avventura, tenendo presente di potermi reputare un privilegiato solo per il fatto di poterla compiere.